Si vede subito percorrendo la statale che da Reggio Calabria conduce a Taranto...questa enorme mano svettante verso il cielo.. con cinque grosse dita che incombono su un paese arroccato ..Pentidattilo..nome deriva dal greco “penta daktylos”, ovvero “cinque dita”, dalla caratteristica forma della roccia che lo racchiude.
Adagiato nel palmo di questa mano risiede il paese fantasma di Pentedattilo, uno dei luoghi più suggestivi e affascinanti dell’Aspromonte.
La lingua greca, parlata ancora oggi in questa zona, è una delle principali tipicità, oggetto di studio e ricerca oltre che spunto per uno scambio culturale a tutela delle minoranze linguistiche storiche.
Il borgo ha origini antichissime: la sua fondazione risale al 640 a.C. e per tutto il periodo greco-romano fu un fiorente e vivace centro economico. Fino al 1600 fu anche un’importante fortificazione di frontiera a salvaguardia delle coste Calabresi contro le incursioni degli arabi. Dopo l’occupazione da parte dei Bizantini e poi dei Normanni nel XII secolo, Pentedattilo passò sotto il dominio dei Marchesi Alberti.
Fu nel 1686 che si consumò un’orribile misfatto che fece balzare il paesino dalla quiete alle pagine della storia e della leggenda e fece ottenere la nomea di paese maledetto infestato dai fantasmi.. Questo tragico evento è noto come la “Strage degli Alberti”…
Tutto cominciò a causa di una lunga rivalità per questioni relative a confini comuni tra le nobili famiglie degli Alberti e degli Abenavoli, baroni di Montebello Ionico ed ex feudatari di Pentedattilo. In un periodo di apparente pace tra le due casate di nobili, il capostipite della famiglia Abenavoli, il barone Bernardino, decise di voler prendere in moglie Antonietta, figlia del marchese Domenico Alberti. Per una serie di vicissitudini accadde però che Don Petrillo Cortez, figlio del vicerè di Napoli, conobbe Antonietta e se ne innamorò. Chiese dunque a Lorenzo Alberti di poterla sposare ed egli acconsentì.
La notizia del fidanzamento ufficiale tra Antonietta e Don Petrillo provocò l’ira passionale del barone Bernardino che decise di vendicarsi ferocemente di tutta la famiglia Alberti.
L'onta di essere stato preferito ad un altro uomo, uno spagnolo, doveva essere lavata nel sangue!!
La notte del 14 aprile del 1686 Bernardino, accompagnato da alcuni dei suoi uomini armati, si introdusse furtivamente nel castello. Giunto nella camera da letto di Lorenzo, lo sorprese nel sonno e gli sparò due colpi di archibugio, e non soddisfatto lo finì con 14 pugnalate. Dopodichè iniziò il giro mortale per tutte le stanze del castello, torturando ed uccidendo chiunque incontrasse, persino un bambino di 9 anni, fratello di Lorenzo.
Antonietta fu risparmiata e Don Petrillo Cortez fu preso in ostaggio come ricatto per impedire eventuali ritorsioni del Vicerè. I due vennero portati nel suo castello di Montebello dove Bernardino, il 19 aprile, violentata la giovane Antonietta, lo costrinse a sposarlo. La notizia della strage giunse subito al Vicerè Cortez che inviò una vera e propria spedizione militare.
L’esercito attaccò il castello degli Abenavoli, liberò Don Petrillo e catturò sette esecutori della strage, le cui teste furono mozzate ed appese ai merli del castello di Pentedattilo.
Bernardino fuggì con Antonietta e raggiunse l’isola di Malta, per poi entrare nelle file dell’esercito austriaco e trovare la morte nell’estate del 1692. La povera Antonietta invece, dopo l’annullamento del matrimonio da parte della Sacra Rota nel 1690, finì i suoi giorni di vita nel convento di clausura di Reggio Calabria, consumata dalla pena e dal tormento di essere stata lei l’involontaria causa dell’eccidio della sua famiglia...da lì la maledizione su quel luogo senza pace..e un esercito di fantasmi che circolano continuamente per il paese.
.A questo episodio si aggiunge il terremoto del 1760 che distrusse parecchie abitazioni e costrinse molti abitanti a trasferirsi nella vicina Melito..Le fragili strutture diedero al borgo il nome di "paese che cammina"..Negli anni sessanta venne dato lo sgombero definitivo e costruito più in basso la Pentidattilo nuova, ma anche questo borgo sembra perseguitato dalla maledizione..il paese non riesce a crescere, nessun bambino è mai nato in paese, solo pochi sono rimasti anche nel nuovo borgo.
Nella parte vecchia solo una persona vive li durante tutto l'anno..uno scultore che non teme nulla, nè le urla del vento mista alle grida dei fantasmi (così si dice)..nè le manifestazioni paranormali che molti hanno avuto...
Se si va a visitare il paese vi accoglierà Giorgio..la voce del borgo antico..che con la sua moto ape cabriolet vi porterà a visitare i punti più caratteristici, vi racconterà la strage degli Alberti..e vi dirà di come una notte un gruppo di 40 persone dalla parte bassa del paese di Pentidattilo assistettero al più evidente fenomeno paranormale avvenuto...dalla chiesa di San Paolo nel Borgo vecchio videro alle finestre tre luci..
Queste luci iniziarono ad ondeggiare alle finestre della chiesa buia per poi allungarsi e prendere forma di tre croci che iniziarono a muoversi per tutte le case del paese, entravano ed uscivano dalle mura diroccate come se cercassero qualcosa o qualcuno..il fenomeno fu talmente evidente che molti provarono a fotografarlo ma l'immagine delle luci non si imprimeva nella macchina fotografica..allora pensarono ad uno scherzo e qualcuno andoò su nel paese vecchio a vedere se qualcuno da li con qualche faretto si permettesse di giocare qualche tiro mancino agli abitanti del borgo nuovo..ma chi andò su non vide nulla..da sotto con i telefoni indirizzavano .." la luce è sopra di te guardala.." oppure " è alla tua destra..o alla tua sinistra".. ma chi era su non riusciva a veder nulla..il fenomeno durò qualche ora..poi le tre croci ritornarono ad essere luci e si spensero....tanti videro e tanti ricordano..
Ma in estate da borgo semideserto, diventa cuore di un evento di musica danza e spettacolo.Pentedattilo è sede del "Paleariza" - "antica radice" in greco di calabria - festival itinerante etno-culturale-musicale ed evento cardine della cultura grecanica nel panorama internazionale. Il festival, che si svolge anche in altri paesi della provincia, richiama ogni anno un numero crescente di visitatori amanti della musica e delle tradizioni locali oltre che artisti del calibro di Noa, Hevia, Angelo Branduardi ed altri ancora. I centri interessati dal festival sono spesso piccoli borghi arroccati che si trasformano in mete animate di concerti di musica etnica e tarantelle e di prelibatezze culinarie.
Inoltre Pentidattilo ospita tra l'altro tra agosto e settembre il Festival Internazionale di Cortometraggi,
Inoltre Pentidattilo ospita tra l'altro tra agosto e settembre il Festival Internazionale di Cortometraggi,
il "Pentedattilo Film Festival", che, come il Paleariza, rientra nelle attività di recupero e di promozione culturale di questi luoghi.
Quindi, per tutti quelli che stanno programmando una vacanza da queste parti, o per coloro che non hanno mai visitato la Calabria, il consiglio è di fare qualche chilometro in più (superando Reggio Calabria) e non perdere Pentidattilo perchè sarà una bellissima sorpresa.
Guardate anche il video qui sotto ;-)....
ULYSSES... con stupore, ammiro la te tue foto documento... cogli attimi ed emozioni sconosciute e dimenticate... vivere l'arte della realtà è grande pregio... il tuo sentiero segue la via dell'orizzonte...
RispondiEliminaUlisses...grazie..ma dove sei stato?..senza te non c erano più commenti..a breve il nudo art..ci sono stati problemi con la modella..
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EliminaUlYSSES... in giro per la Croazia in Kayak...in attesa dei tuoi nudi Art... ho realizzato dei nudi
Eliminaanni '30... volentieri avrei apprezzato la tua presenza... ma la tua già acclamata bravura mi allieta il volto e sorrido con emozione... ciao artista
bel reportage, brava! mi avevano parlato di questo posto. da qualche parte dovrebbe esserci un ristorante con una palla di cannone (credo garibaldina) incastonata nel muro. ti risulta? Ciao!
RispondiEliminanon ho visto il ristorante..magari qualche fantasmino si è portato via.la palla di cannone garibaldina..li succede di tutto..ti affittano le case abbandonate e restaurate presentandoti il fantasma che si presume debba.esserci..
Eliminafantasticheeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee
RispondiEliminaIl ristorante esiste e si chiama "La casina dei mille", se tutt'ora sia in funzione non ne sono certo, ma se qualcuno volesse visitarlo percorrendo la ss 106 da Melito verso Reggio, giunti al bivio di Anna', imboccare la stradina sulla destra e dopo circa 100 metri trovi la casa con in alto a destra incastonata nel muro la palla di cannone.
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